Ratto delle Donzelle

Il Ratto delle donzelle

Premesse storiche all’ evento

Il periodo storico in cui si svolge il “Ratto delle Donzelle” va collocato in un momento di forte incertezza per Venezia, Bisogna contare che la città aveva pochi secoli di vita propria, nata nel V secolo, contemporaneamente alla caduta dell’impero romano d’occidente quando iniziano nel nord est italiano le incursioni delle popolazioni barbare che erano riuscite a violare i confini dell’ impero. Il più feroce attacco da parte dei barbari fu ad opera del famoso Attila, re degli Unni, che costrinse le popolazioni di Aquileia, Altino, Oderzo, Concordia e delle campagne circostanti, a mettersi in salvo nella zone di laguna, in particolar modo nella zona del “Rio Alto”, un gruppo di isolotti dove ora si trova Venezia.
Da quel momento e per molti secoli dopo, le zone lagunari tra Veneto e Friuli rappresentavano una difesa per la Repubblica di Venezia contro gli attacchi dal nord e venivano anche sfruttate per creare le cosiddette “valli”, aree chiuse da argini o barriere all’interno della laguna da usare come riserva di pesca per auto sostentamento in caso di carestie o guerre. 
Prima del X secolo però il mare Adriatico non era ancora sicuro per la neonata Repubblica di Venezia. Tra Venezia e le vicine coste dell’ Istria e Dalmazia, occupate da popolazioni salve tra cui anche i Narentani, c’erano grosse tensioni a causa di reciproche rivendicazioni commerciali e gli attacchi di pirati ai danni delle navi veneziane lungo le rotte commerciali erano frequenti lungo tutte le coste dell’Adriatico dal Polesine a Zara.
 Il “Ratto delle Donzelle” quindi si consuma in un momento storico di altissima tensione in cui l’esistenza della Repubblica di Venezia era in bilico: ai danni dei veneziani vi erano blocchi navali, alleanze politiche tra le terre d’Istria, margravio del Friuli e i reali d’Ungheria, che anche loro ambivano al controllo dell’ alto Adriatico. La disfatta dei pirati ad opera della flotta Veneziana aiutata dai fedeli Caorlotti, ha sicuramente aiutato a consolidare alleanze e la determinazione dei dogi di Venezia a intraprendere sempre più convinte incursioni lungo le coste di Trieste, Istria e Dalmazia al fine di garantire a Venezia in suo predominio.
Poco dopo l’episodio infatti, nell’anno 945, viene siglata la cosiddetta “Pace di Rialto” in cui a Venezia si riconosceva il monopolio delle rotte commerciali in Istria e a Trieste. 
Venezia riuscirà poi a garantirsi definitivamente il controllo anche delle coste della Dalmazia nella prima metà del 1400, dopo 500 anni di guerre.

Il rapimento delle spose e la vendetta dei veneziani

Come da tradizione, il giorno 2 di Febbraio, festa della purificazione di Maria o della presentazione di Gesù al tempio, era usanza a Venezia celebrare congiuntamente i matrimoni delle famiglie nobili nello stesso momento. Le spose durante la solenne cerimonia presentavano uno scrigno contenente una cospicua dote e vestivano di un prezioso corredo che veniva apposta prestato loro dalla Repubblica di Venezia.  Animato da canti e suoni, un corteo di barche, di drappi e bandiere e di ceste cariche di doni, trasportava quindi gli sposi promessi circondati da parenti e amici nella chiesa. Tutta la cerimonia avrebbe dovuto concludersi con una solenne benedizione.
Nel 948 (ma la data non è certa) alcuni pirati Istriani, guidati da Gaiolo, probabilmente grazie alle informazioni di spie triestine o friulane, vengono a conoscenza che nei due giorni prima della cerimonia i partecipanti si sarebbero riuniti presso la chiesa di San Pietro all’isola di Olivolo e per tutti i festeggiamenti nessuno avrebbe avuto con se delle armi. Riescono a raggiungere le isole veneziane e ad infiltrarsi tra gli invitati durante la notte tra il 1 e il 2 di febbraio, quindi con un attacco a sorpresa  trafugano tutte le doti e rapiscono le 12 giovani spose vestite con i loro preziosi corredi le quali sarebbero state vendute come schiave per gli harem musulmani, fuggendo poi velocemente via nave senza che nessuno potesse intervenire.
I veneziani sono scioccati dall’accaduto ma senza perdere tempo il doge Pietro III Candiano organizza una flotta di galee e inizia la caccia ai pirati che vengono sorpresi, grazie all’aiuto dei fedeli alleati di Caorle, presso la spiaggia dove oggi si trova PORTO SANTA MARGHERITA. I pirati vengono circondati dai veneziani e dai caorlotti e, dopo un’epica lotta, vengono sconfitti e passati tutti per le armi. I veneziani riescono quindi a rientrare a Venezia con le 12 spose liberate e con i tesori delle doti intatti e per 1000 anni il luogo dove si è svolta la battaglia è stato conosciuto come “lido delle donzelle” o anche “porto delle donzelle”, che oggi invece è stato rinominato come Porto Santa Margherita.
Le protagoniste di questa terribile avventura, condotte nuova nella cattedrale di San Pietro a Olivolo, ricevettero dalle massime autorità religiose una speciale benedizione nel corso di una solenne cerimonia religiosa e, da allora, fu istituita una festa speciale a ricordo dell’ evento.

Conseguenze storiche

Secondo le cronache dello storico veneziano Samuele Romanin la festa delle Marie era un evento di una sontuosità unica: ogni anno 12 giovani fanciulle veneziane splendidamente vestite si recavano in corteo a rendere omaggio doge e agli altri magistrati, partecipando poi a un sontuoso banchetto a Palazzo Ducale. Tutta la città veniva decorata con bandiere e simboli della Vergine Maria e vedeva la partecipazione ufficiale delle massime autorità religiose toccando tutti i luoghi sacri della città e terminando solennemente a Santa Maria Formosa dove il doge, accompagnato dalle 12 fanciulle, rendeva pubblicamente omaggio alla Madonna. Anche se dopo il 1379 il corteo cominciò a perdere di sontuosità, l’evento del ratto delle donzelle ha continuato a essere una tradizione popolare importante per Venezia, ad esempio nel 1837 viene realizzato dal coreografo Cortesi Antonio un ballo da rappresentare al Teatro La Fenice di Venezia.

Dal punto di vista politico, con la consapevolezza della forza militare che si era in grado di disporre dopo l’evento del ratto delle donzelle, l’attenzione dei dogi veneziani verso le popolazioni che minacciavano la Repubblica divenne sempre più aggressiva e spietata. Il Pietro IV Candiano viene descritto come un “duro pronto a schiacciare gli avversari, disposto a ricorrere a ogni atrocità contro chi tentasse di resistere al suo potere”. Riesce anche a ottenere dall’ imperatore del Sacro Romano Impero Ottone I il rinnovo di antichi privilegi di cui godevano i veneziani all’interno dei territori imperiali e la conferma perpetua delle convenzioni quinquennali stabilite con i re longobardi prima e con gli imperatori d’Occidente poi. U primo documento che sancisce tale accordo porta la data del dicembre 964 e il secondo del 2 dicembre 967 garantivano cospicui vantaggi economici  lungo le rotte da Venezia a Bisanzio che porterà Venezia ad avere per secoli la supremazia sulle più importanti rotte commerciali.